Villa Balbianello

Villa Balbianello

Il complesso del Balbianello è uno degli esempi più armoniosi di villa-giardino, il cui fascino, ancor più che da questo o quel dettaglio, si sprigiona dall’ambiente nel suo insieme, soprattutto se osservato dal lago.

Edificata su di un promontorio del lago di Como, il Dosso di Lavedo, la villa ha origini che risalgono al Settecento, il secolo che vide l’esplosione del fenomeno socioculturale delle cosiddette ville di delizia. Il genius loci in questo caso fu il cardinale milanese Angelo M. Durini, il quale, dopo aver trascorso lunghi periodi da nunzio pontificio all’estero, decise di trascorrere i suoi ultimi anni in uno dei luoghi più piacevoli di Lombardia, fra il lago di Diana (il golfo di Campo) e il lago di Venere (Lenno).

Il prelato, pur possedendo già la Villa del Balbiano, pretese un sito più impervio e quasi isolato, dove ricevere personaggi frivoli, ma anche filosofi e letterati, come l’abate Parini che gli dedicò l’ode La Gratitudine.

Il luogo fu amato e impreziosito anche dai proprietari successivi i Porro Lambertenghi, gli Arconati Visconti e il famoso esploratore Guido Monzino, che decorò la villa con mobili ed opere d’arte raccolte durante i suoi viaggi. Fu infatti il primo italiano a raggiungere la cima dell’Everest nel 1973, ed appena un paio d’anni prima partecipò ad una spedizione che lo condusse fino al Polo Nord.

Nel 1988 donò la villa donò al Fondo per l'Ambiente Italiano, aggiungendo al suo testamento una clausola riguardante la volontà di far potare ogni anno la grande quercia che si erge davanti alla finestra della stanza che usava come studio per programmare le sue spedizioni.

Se la casa giocò un ruolo importante, non minore fu quello del giardino, il quale peraltro non poteva aderire ai principi della formalità postbarocca, perché l’ambiente naturale non l’avrebbe consentito. Prevalse dunque il disegno di impronta paesistica, che ancor oggi viene adottato e scrupolosamente perfezionato.

Di grande impatto è il patrimonio arboreo (lecci, platani, magnolie, cipressi, pini e faggi), alcuni dei quali sono potati in arte topiaria. Non mancano le piante profumate (glicini e Osmanthus), così come è decantato il rampicante Ficus pumila, che ricopre l’intero porticologgiato, dove il Durini si dice amasse sorbire il suo caffè.


The Balbianello complex is one of the most harmonious examples of the villa and garden, whose fascination derives from the overall effect rather than any particular detail.

Situated on Dosso di Lavedo, one of the few promontories on Lake Como, the villa dates to the 18th century, the period that saw the explosion of the sociocultural phenomenon known as the “pleasure-house”. In this case, the genius loci was the Milanese cardinal Angelo M. Durini who, after spending long periods abroad as papal nuncio, decided to spend his last years in one of the most pleasant places in Lombardy, with the Lake of Diana (Gulf of Campo) on one side and the Lake of Venus (Lenno) on the other.

Although he already owned Villa del Balbiano, the prelate wanted an almost isolated site, where he could receive frivolous personages, but also philosophers and men of letters like Abbot Parini, who dedicated an ode entitled Gratitude to him. 

The place was enhanced also by its subsequent owners the Porro Lambertenghi and Arconati Visconti families, and the explorer Guido Monzino who decorated the villa with furniture and works of art collected during his travels.

He was in fact the first Italian man that reached the summit of Everest in 1973, and just a couple of years earlier he took part in an expedition that took him to the North Pole. In 1988 he donated the villa to the F.A.I, adding to his will a clause concerning the desire to prune every year the large oak that stands in front of the window of the room that he used as a study to plan his expeditions.

The garden’s role was as important as that of the house, but it could not adhere to formal post-Baroque principles because the natural setting was unsuitable for this.

A landscape layout was adopted, which is still maintained today. The arboreal heritage is impressive ilex, plane, magnolia, cypress, pine, beech trees, some of which sculpted in topiary. There is no lack of scented plants (Wisteria and Osmanthus) and everyone admires the Ficus pumila in the portico beneath which it is said that Durini liked to sit and sip his coffee.


Info:  www.fondoambiente.it

Villa del Balbianello (FAI) 

Via Comoedia 5 22016 Lenno FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano 

Tel. 0344 56110

Email faibalbianello@ fondoambiente.it 


Tratto da “I GIRADINI”, Grandi Giardini Italiani (www.grandigiardini.it) – CCIAA Como, Provincia di Como. Intera guida consultabile all’indirizzo http://www.co.camcom.it/guideturismo

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